Allora è vero che si diventa ciechi

spettro-luce

Spesso appaiono sui quotidiani on-line (su FB poi ce n’è un’inflazione) alcuni test ai quali viene appiccicata un’aura di scientificità. Per quanto mi riguarda gli aggettivi nei loro confronti si sprecano: ridicoli, pretenziosi, inutili, fasulli, inattendibili, camuffati, eccetera. Forse sono io che non capisco, forse il loro scopo è unicamente quello di intrattenere il lettore, magari andrebbero considerati come una moderna forma di giochino di società, in ogni caso nei miei confronti mancano regolarmente il bersaglio e non riescono ad appassionarmi.
Fino a l’altroieri.
Finalmente, dopo centinaia di tentativi, un test on-line è riuscito a smentirmi e a farsi giudicare interessante.
Girovagando qua e là per la rete inciampai in un quiz-test-gioco intitolato Verde oliva, cremisi o blu oltremare: sai davvero riconoscere i colori?
Sulle prime, guardandolo di sfuggita, immaginai che fosse un test sulla capacità “fisiologica” di distinguere i colori, quando un dettaglio attirò la mia attenzione: una diversificazione uomo-donna.
Meglio chiarire subito una cosa: il quiz-test-gioco in oggetto,
a prescindere dai presupposti sui quali si basa, è assolutamente fallace nei suoi risultati a causa del medium che utilizza. Le sfumature cromatiche da individuare infatti variano da computer a computer, anche ammesso che chi ha realizzato la pagina web abbia curato al massimo delle possibilità tecnologiche la riproduzione del punto di colore (cosa che dubito…); ogni visualizzazione sul monitor sarà falsata dal tipo di sistema operativo, dal tipo di monitor, dalla regolazione più o meno accurata dello stesso, dalla marca della scheda grafica, dalla luminosità e dal contrasto impostati, e ovviamente da un coefficiente di approssimazione che giocoforza ogni apparecchiatura tecnologica si trascina dietro.
Ma non è questo il punto sul quale intendo soffermarmi.
Vi pregherei di perdere quei trenta secondi per dare solamente un’occhiata a questo giochino (se poi vi incuriosisce e volete partecipare non c’è niente di male, fate pure).
Cliccate sulla voce “DONNA” e provate a trovare il colore giusto tra quelli rappresentati. Sono più che certo che individuare il verde menta chiaro tra le varie sfumature di verde, o l’azalea tra i vari mix rosa-violetto-rosso, oppure l’uovo di pettirosso chiaro in mezzo al turchese, la carta di zucchero e il celadon sarà impresa alquanto ardua.
Fatto? Bene, andiamo avanti, cliccate sulla voce “UOMO”.
Per non individuare il turchese in mezzo ai rossi, ai gialli, ai marrone bisognerebbe essere analfabeti o daltonici, idem per il verde smeraldo, l’unico verde presente in una tavolozza dove sono presenti tutti gli altri colori, e così dicasi per un ciliegia in bella mostra tra un verde pastello e un verde muschio.
Capisco che i nomi di certe tinte non siano particolarmente conosciuti, il gainsboro, l’eliotropo, il rosa Mountbatten, il chartreuse, ma, mondo cane, io potrei anche comprendere una certa dose di ignoranza che vorrebbe collegare alcune solitarie attività sessuali maschili a un deficit visivo, ma qui si tratta di una presa in giro bella e buona, come se la presenza o l’assenza di un preciso gene influisse sulla capacità di riconoscere i colori, con buona pace di Raffaello, Tiziano, Botticelli, Caravaggio, Michelangelo, Leonardo, tanto per fare qualche nome di pittori semisconosciuti.
Ma mi faccia il piacere!

P.S. Il mio risultato è stato di 30 punti in entrambi i test. Cosa significherebbe allora, sarei un asessuato, sarei un bisessuale, sarei un alieno? Boh.

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11 risposte a "Allora è vero che si diventa ciechi"

  1. I am absolutely dis-enchanted. However, I do not dis-approve. they are dis-cerning, as well as disappointing and dis-agreeable solutions. A habit to be dis-continued, they dis-credit ones integrity.

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