Non girare il dito nella piaga, per oggi ne ho abbastanza, dopo il comizio… 😦 Comunque qui è già pubblicato col link. E nel mio sito che non è gratis ce lo metto per principio. Non c’è fine al mio ottimismo! 😀
Ho letto il tuo post, nel quale lamenti il fatto che gli elettori italiani hanno la memoria corta. Riporto il tuo testo “…Tutto il lavoro fatto per far scordare le sue figuracce all’estero… e ora mi raccomando: rivotatelo. Poi lamentatevi. Poi rivotatelo e lamentatevi ancora. E così via, ad libitum… “.
Mi consenta… 😀
Invece del verbo “rivotare“, secondo me calzerebbe meglio, perché più condivisibile, il verbo “rivoltare“.
Infatti, come comanda la “par condicio“, va benissimo per i suoi seguaci (i seguaci di chi? ma di papi, berlusca, burlesquoni, caimano, psiconano, er catrame, sua emittenza, silviolo) i quali ogni tanto usano fare come si faceva un tempo con i vecchi cappotti, si rivoltavano, più e più volte. In questo modo il nostro, con un doppio salto mortale indietro con avvitamento attorno al palo (quello da lap dance ovviamente), muta aspetto, si presenta come rinnovato, mentre in realtà è sempre il solito pastrano smangiato dalle tarme.
Per assonanza “etica e fonetica” (Battiato dei tempi che furono), il verbo “rivoltare” si attaglia perfettamente a coloro che di quella cariatide tenuta insieme dal fard ne ha piene la tasche (non del cappotto, bensì quelle contenute nello scroto oppure, in alternativa, nella cavità peritoneale).
La variabile “rivoltante“, ovvero il participio presente del verbo “rivoltare“, indicherebbe chi decide e opera per “capovolgere” la mefitica classe politica attuale, da sempre sotto scacco dei diktat o dei ricatti lunatici di questo puparo, e ciò facendo “rivoltandosi” contro un sistema castale che difende lo status quo, e in primis contro il grande corruttore a cavallo, il quale (il corruttore, non il cavallo), qualsiasi cosa faccia o dica, riesce sempre a essere “rivoltante“.
Non c’è due senza tre. Già che ci sei, pubblicalo anche qui. Hai visto mai che qualcuno riesca a commentare un tuo post… 😉
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Non girare il dito nella piaga, per oggi ne ho abbastanza, dopo il comizio… 😦 Comunque qui è già pubblicato col link. E nel mio sito che non è gratis ce lo metto per principio. Non c’è fine al mio ottimismo! 😀
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Ho letto il tuo post, nel quale lamenti il fatto che gli elettori italiani hanno la memoria corta. Riporto il tuo testo “…Tutto il lavoro fatto per far scordare le sue figuracce all’estero… e ora mi raccomando: rivotatelo. Poi lamentatevi. Poi rivotatelo e lamentatevi ancora. E così via, ad libitum… “.
Mi consenta… 😀
Invece del verbo “rivotare“, secondo me calzerebbe meglio, perché più condivisibile, il verbo “rivoltare“.
Infatti, come comanda la “par condicio“, va benissimo per i suoi seguaci (i seguaci di chi? ma di papi, berlusca, burlesquoni, caimano, psiconano, er catrame, sua emittenza, silviolo) i quali ogni tanto usano fare come si faceva un tempo con i vecchi cappotti, si rivoltavano, più e più volte. In questo modo il nostro, con un doppio salto mortale indietro con avvitamento attorno al palo (quello da lap dance ovviamente), muta aspetto, si presenta come rinnovato, mentre in realtà è sempre il solito pastrano smangiato dalle tarme.
Per assonanza “etica e fonetica” (Battiato dei tempi che furono), il verbo “rivoltare” si attaglia perfettamente a coloro che di quella cariatide tenuta insieme dal fard ne ha piene la tasche (non del cappotto, bensì quelle contenute nello scroto oppure, in alternativa, nella cavità peritoneale).
La variabile “rivoltante“, ovvero il participio presente del verbo “rivoltare“, indicherebbe chi decide e opera per “capovolgere” la mefitica classe politica attuale, da sempre sotto scacco dei diktat o dei ricatti lunatici di questo puparo, e ciò facendo “rivoltandosi” contro un sistema castale che difende lo status quo, e in primis contro il grande corruttore a cavallo, il quale (il corruttore, non il cavallo), qualsiasi cosa faccia o dica, riesce sempre a essere “rivoltante“.
Bye
😦
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IO non lo rivoterei e nemmeno rivolterei, tanto c’è chi lo vota e lo rivolta. Ho perso le speranze che prenda gli zero voti che merita. 😦
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Quando comincio con IO mi viene sempre la O maiuscola, sarà che qualcuno mi pindaccia… (v. dizionario sardo-italiano ;-))
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