Mi è già capitato di scrivere dei post che riguardano l’automobile, valutando gli aspetti tecnici, sociali, economici e ovviamente ecologici di tale medium di spostamento spaziale. Andrebbe detto che godo del conforto (si fa per dire…) di una certa età, ossia ho coperto un arco temporale che mi ha visto testimone della circolazione di vetture con portiere controvento e frecce a bacchetta, per arrivare a quelle con sistemi di guida completamente automatizzati. A questo panorama storico posso aggiungere una certa preparazione tecnica, e non mi riferisco solamente all’infarinatura necessaria un tempo per pulire il carburatore, mettere in fase l’accensione, spurgare i freni, sostituire un giunto cardanico e via dicendo, bensì ai principi di base dei vari tipi di motore e relativi accessori, dal fumigante due tempi fino a quello con magneti parmenenti. Non per vanità ma per testimonianza, mi va di precisare che negli anni 90 partecipai alla progettazione del primo motore elettrico commerciale della Fiat, destinato al Fiorino, un motore avveniristico raffreddato ad acqua che fornì prestazioni ottime. Purtroppo il progetto non ebbe seguito a causa di un’elettronica made in Italy non all’altezza. Quindi si potrebbe facilmente supporre che all’auto elettrica io ci creda, ed effettivamente è così, io ci credo, ma non a quelle che vedo oggi in commercio, e la mia opinione in merito l’ho riportata nel post “L’automobile elettrica ucciderà l’industria dell’automobile?“.
Comunque quello che vi propongo oggi, anzi che vi ripropongo, è un vecchio articolo che avevo pubblicato nel lontano… , lasciamo perdere, insomma su MySpace, una piattaforma social ormai passata miglior vita.
“Europresa per i fondelli” così si intitolava (e si intitola anche oggi nel blog ultimelune.it ), prendendo spunto dalla proposta, e infine dall’imposizione, di motori con livelli di inquinamento più bassi dei precedenti, i famosi Euro 1, Euro 2, Euro 3, Euro 4, Euro 5, Euro 6, Euro 7, Euro ecc.
Oggi come allora mi va di confutare la visione limitata e mendace dell’impatto ecologico del motore a combustione interna basata su un regolamento europeo gattopardesco, ossia cambiare tutto (il parco autovetture) affinché non cambi nulla (il trasporto privato e il business connesso). Rispetto a quel vecchio post le modifiche sono state minime, giusto qualche aggiornamento per adeguarsi ai tempi e una ripassata alla carrozzeria.
Europresa per i fondelli
Buona lettura (ma anche no…) 🙂